Mio assoluto amore di Gabriel Tallent | Recensione di Deborah

 

Turtle lo ascolta respirare dal naso rotto, ogni respiro le è insopportabile
perché lei lo ama. Scruta il suo volto, in ogni dettaglio,
pensando: stronza, ce la puoi fare, stronza.

 

Editore: Rizzoli Editore
Data di uscita: 10 aprile 2018
Pagine: 413
Prezzo: 20.00 €
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«Mio assoluto amore» racconta l’adorazione di un padre per la figlia, un sentimento da lei ricambiato in maniera cupa e alternante. Pressoché isolati in una vecchia casa di legno, in una parte selvaggia della California, eccoli, loro due, meravigliosi e contorti, unici. Il padre violento e sboccato, maniaco delle armi, e sua figlia quattordicenne, Turtle, incapace di parlare alle sue compagne di classe, muta per troppo amore filiale, sopraffatta dal dolore e dalla passione per un uomo che non le ha mai comprato un vestito, che le ha insegnato soltanto a cacciare, uccidere gli animali, scuoiarli, curarsi da sola e che, per anni, le ha sussurrato all’orecchio di un mondo là fuori sfinito, chiuso nella morsa di un consumismo impazzito, un mondo che loro devono rifiutare, sradicare dalle loro menti, odiare insieme. È un libro concepito in due grandi parti, come la navata e l’abside di una chiesa, discesa all’inferno e risalita di una ragazza prima prigioniera della psiche e del suo amore ossessivo per il padre, poi fuggitiva nella natura e nel corpo, in una storia incalzante, vorticosa, selvaggia e intima. È in questo arco teso allo spasimo che il linguaggio di «Mio assoluto amore» si attorciglia ai piedi del lettore come una radice infestante e lo avvolge dal basso verso l’alto, con la sua battagliera cupezza di situazioni e oltraggi e disagi e speranze e crudeltà.

 

Lettori, benvenuti!

Il viaggio di oggi assume tinte oscure e controverse, un percorso particolare alla scoperta dell’amore, una forma di amore non convenzionale e malata. Il capolavoro di Gabriel Tallent, Mio assoluto amore, edito da Rizzoli, è una lettura cupa, appassionante e coinvolgente, una storia da cui è difficile uscire e a cui è impossibile rimanere indifferenti. Siete pronti a partire?

 

 Vieni, pensa. Vieni. Aspetta, le budella contratte, schiacciata contro la parete. Si sporge dall’angolo, il fucile spianato, mezza nascosta dalla consolle. Appoggia la guancia al calcio. La moquette profuma tipo di shampoo. In cucina, il frigorifero inizia a ronzare. Turtle non vede l’ombra,
ma sa che Martin è al di là della soglia e aspetta, pensando: e adesso
vieni a prendermi, bastardo.

 

La prima volta che mi sono trovata faccia a faccia con questo romanzo sono rimasta molto colpita dalla trama e da ciò che poteva racchiudere, sapevo che non sarebbe stata una lettura leggera e spensierata. Infatti Mio assoluto amore è un libro meraviglioso, racconta una vicenda molto cupa e dura; la realtà oscura di una famiglia, che può sembrare così lontana e romanzata ma, purtroppo, non lo è così tanto. L’opera di Tallent viene definita un “capolavoro” da Stephen King, uno dei miei autori preferiti, non ho potuto fare altro che seguire il suo consiglio e gettarmi tra le pagine di questo romanzo che mi aveva catturata, non sono rimasta per niente delusa. Inoltre ci tengo a fare una menzione speciale per la copertina, la trovo davvero bellissima e azzeccata, insomma anche l’occhio vuole la sua parte!

 

Prenditi il tempo che ti serve, e fallo come si deve; chiudi il cervello nel cestino del pranzo e rilassa il corpo; premi il grilletto senza inclinare, fai in modo che tutto si svolga dolcemente; tieni conto del rinculo e poi dimenticati tutto; non allentare l’attenzione se non un secondo dopo aver sparato.

 

Turtle, quattordicenne, con il padre, Martin, dimorano in una catapecchia arroccata nella foresta di Mendocino, bellissima zona naturale della California. Turtle e Martin hanno vivono una relazione d’amore molto forte ma altrettanto malata e distruttiva; la giovane, dopo la scomparsa prematura della madre, non ha mai vissuto la propria infanzia e adolescenza. Martin ha cresciuto la figlia con la violenza, le ha insegnato a sparare e ad utilizzare ancor meglio di un cecchino addestrato tutte le pistole e fucili di sua proprietà; l’uomo è un fanatico di armi, ha sempre fatto in modo che Turtle se ne servisse per uccidere gli animali. In merito alla caccia, la ragazzina oltre che a sparare direttamente nella pupilla delle bestie, le sa anche scuoiare alla perfezione; per loro la foresta è fonte di cibo, vivono in modo molto primitivo. La casa giace in uno stato di semi abbandono: sporcizia, polvere, rifiuti, insetti, muffe e funghi la invadono, le uniche cose a cui vengono riservate attenzioni sono le armi.

 

Poi una brutta sensazione la coglie e alza lo sguardo. L’oceano intorno a loro è scomparso. Si è ritirato oltre l’isola, i letti di alghe e le pozze aride e nude. Ogni buco e ogni ciottolo emette un lungo risucchio mentre l’acqua arretra verso il largo.

 

Martin è indubbiamente un uomo malato, purtroppo sistematicamente stupra Turtle che per “amore” gli permette di farle subite questa atrocità. La ragazza giustifica sempre il genitore, perché sa di essere profondamente amata e lo ama profondamente. Turtle a scuola non riesce ad ottenere buoni risultati nello studio, anzi fa molta fatica e non sopporta tutte le attenzioni che le vengono riservate dalla sua insegnante per cercare di farla migliorare. Le idee strane di Martin sono inevitabilmente radicate in Turtle, il genitore fa credere alla ragazza che il mondo sia solo un immensa negatività allo sbando, dove tutto è corrotto e contaminato dal consumismo, a cui loro non devono appartenere e con cui bisogna avere meno contatto possibile. In questo trova luogo l’essere quasi completamente isolati dalla realtà, cercare di procurarsi da vivere in modo primitivo, curarsi da sé con le poche risorse di fortuna. L’unica certezza assoluta delle loro vite è il loro legame, fino a che padre e figlia fossero rimasti uniti più che mai dalla loro reciproca dipendenza niente sarebbe potuto andare storto.

 

«Ti ascolto, e credo che tu dica la verità. Ma se per qualsiasi motivo mi avessi mentito, se avessi sentito di dovermi mentire, non devi vergognartene. Puoi comunque chiamarmi e io non penserò
mai male di te per questo.» Turtle pensa: stronza sospettosa.

 

Turtle è una ragazzina che non sa relazionarsi e socializzare con i propri coetanei, in particolare ha atteggiamenti fortemente misogini. Una piccola ancora di salvezza è costituita dall’amore del nonno, il padre di Martin; anche l’uomo vive pressoché come loro ma è molto attento alla ragazza e alle violenze che subisce, vorrebbe salvarla e portarla via dal proprio figlio. Ogni tanto Martin arriva anche ad usare le mani sulla figlia, ad obbligarla ad affrontare prove violente di resistenza fisica per temprarla. Turtle vive la loro relazione in modo altalenante. All’inizio del romanzo non fa altro che giustificare in nome dell’amore i soprusi subiti da padre, accettando di cadere sempre più in basso fino ad essere una nullità per sé stessa. La sua caduta libera verso il baratro la accompagna anche verso una lentissima risalita. Un giorno la ragazza sente il bisogno di allontanarsi di casa, scappa e vaga nella foresta dove incontra due ragazzi che hanno pressapoco la sua stessa età. I due erano in cerca di avventure e lei li aiuta a sopravvivere per la notte, fino a che non si congiungono con la madre di uno dei due che, caso vuole essere la miglior amica della mamma di Turtle. La ragazza viene vista dagli amici come una super eroina, in lei inizia a nascere il desiderio di avere quanto meno una vita normale, con la possibilità di relazionarsi con i propri coetanei e vivere le esperienze tipiche della propria età, ma sa bene che Martin non lo permetterebbe mai.

 

Jacob la studia per un istante. Turtle è felice di vederlo ed è felice di vederlo in particolare per il rischio che lei stessa sta correndo affinché ciò sia possibile. Lui non sa in che cosa è coinvolto e questo le rende importante il momento in cui è lì, seduta sul tronco accanto a lui.

 

Si avvicina il momento del ballo di fine anno, per la prima volta Turtle vorrebbe parteciparvi; il nonno la incoraggia a provare ed inseguire il sogno di avvicinarsi al ragazzo che le piace. Purtroppo la figura benevola del nonno dovrà dire addio alla sua cara nipotina; Martin è distrutto dalla scomparsa del genitore e per mesi sparisce senza una spiegazione. In questi mesi Turtle inizia a vivere la propria vita, fa esperienze, inizia ad intessere relazioni e sente di essere veramente felice, nonostante la tristezza per la scomparsa del nonno. Martin ritorna scusandosi per come si è comportato, portando con sé una bambina. Turtle vive male il ritorno del padre perché inizia a capire che forse quello riservato a lei non era amore, ed inizia a covare rabbia e odio verso il genitore, e voglia di riprendere in mano la propria vita. Saranno questi sentimenti ed emozioni a spingere la protagonista e lottare e ribellarsi, il prezzo per la liberà e la vita  sarà molto alto e rimarrà segnata per sempre da quei trascorsi violenti. In modo molto realistico e magistrale le parole dell’autore ci accompagnano verso la lunga risalita.

 

Al funerale partecipano solo loro due. La nebbia sale attraverso i filari di alberi sul lato ovest del cimitero. Quando la bara è calata, Turtle si china e butta giù le aquilegie che ha tagliato dalla siepe e Martin la guarda e si inginocchia con cautela sull’orlo della buca, getta una manciata di terra e scuote la testa, poi si alza, la prende per le spalle e si allontanano insieme.

 

La voce narrativa di Tallet è musica,  Mio assoluto amore è un romanzo crudo, psicologico e molto descrittivo, scorre veloce e incolla alle sue pagine. Non è un romanzo proprio per tutti, o meglio, bisogna aver voglia di affrontare tematiche complesse, cimentarsi e capire una realtà oscura entrando proprio nel merito, cercando di immaginare dove può arrivare la natura umana.
Sono veramente contenta di questa lettura, apre mondi di riflessione, è un vero capolavoro e non vedo l’ora di leggere altre opere di questo autore

 

 

 

 

May the Force be with you!
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